mercoledì 4 aprile 2012

"CHI NASCE STRONZO..MUORE STRONZO"



Potrebbe sembrare tranquillamente una delle massime di Paolo Bitta,ma questa frase ha un suo perché.Fin da piccolo, sono sempre stato un essere vertebrato a cui piace combinare cazzate e talvolta mi faccio raccontare qualche episodio che riguarda la mia infanzia,giusto per rimanere su questa teoria.Ormai sono prossimo ai 32 anni,certi episodi rimarranno negli annali della mia vita,anche se devo ammettere che alcune "perle" le avevo completamente rimosse.Ma come detto, tutto ciò dovuto al protrarsi dell'età che avanza inesorabile.
Ogni tanto capita di ritrovarsi con i familiari per quei pranzi che ti tengono inchiodato al tavolo come le abbuffate di Bud Spencer; quelle situazioni in cui si dimentica per qualche ora di essere degli esseri umani,e le tue sembianze prendono quelle del Diavolo della Tazmania.Proprio durante una di queste tremende ed imbarazzanti occasioni,si parlava di mia zia Mafalda.Una donna che ormai ha raggiunto quota 80,ma che ancora oggi,se non è conciata come Moira Orfei, non esce di casa.
Al solo sentire nominarla,mi scasso da ridere come il Re dei minchioni.
Una domenica di quasi 20 anni fa, eravamo in montagna e come di consueto, la nostra casa era presa d'assalto da parenti e amici che arrivavano strombazzanti con le loro macchine alle 9 di mattina felici come le pasque,scaricando dai bauli delle loro berline,qualsiasi cosa di commestibile.Insomma,dopo che mia nonna iniziava a preparare il pranzo della domenica,già dal mercoledì mattina,loro portavano pietanze che avrebbero sfamato il 32° battaglione di fanteria dell'esercito della Repubblica Sudafricana.Mi ricordo che si pranzava tutti sotto il pino con i tavoli armati di ombrelloni poichè ogni tanto si staccava una pigna e finiva in testa a qualcuno.E durante uno di questi festival dello schifo successe l'irreparabile.Mi alzo da tavola per andare a giocare a calcio con i miei cugini e dato che ogni tanto mi facevano sperire i palloni, io mi arrangiavo e come facevano nel 1865,li facevo con carta di giornale e scotch.Il problema è che la sera precedente,aveva tirato giù un acquazzone degno dell'uragano Katrina e quindi la sfera artificiale,sfiorava il peso di una palla medica.Incazzato come una bestia,prendo sta palla impregnata d'acqua e la lancio a cazzo.Il problema è che notai subito che la traiettoria del lancio si faceva preoccupante.Dopo 4-5 secondi le mie paure diventarono conferme quando sentì urlare dal cortile della casa "Ueeeee maronna miaaaa!!".Ebbene si, avevo centrato mia zia Mafalda in faccia con quell'oggetto dal peso sconosciuto come un cecchino delle teste di cuoio.Situazione da guerriglia urbana.Gente che guardava in alto credendo nell'ennesima pigna nonostante gli ombrelloni,altri che credevano alla caduta di un meteorite,fin quando qualcuno non si chinò perterra raccogliendo a fatica quel corpo contundente che aveva sfregiato mia zia."Diegooooooooo...!!!".Mi avevano beccato.Preso dal panico mi andai a chiudere nel bagno del cortile e mio padre,che è sempre stato una persona molto calma venne e disse: "Stronzo apri sta porta!!" ed io..."No, non sono mica scemo!!". A distanza di 20 anni,quando penso a questo episodio,mi sganascio ancora in 2 dal ridere.E non me ne voglia mia zia Mafalda.Ti voglio bene ziaaaaaa!!

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